venerdì 19 dicembre 2008
Historia Palchista
PRIMO MIRACOLO DEI PALCHISTI
Solo i palchisti storici si ricordano dei grandiosi eventi che accaddero e che rimasero indelebili nelle loro menti. Ma è giunta l’ora di raccontare anche ai giovani i mirabili fatti che accaddero:
Fu al termine di un anno palchistico di gran successo che venne organizzata come di consueto una cena sociale estiva per propiziare le vacanze. All’epoca nell’elenco dei palchisti in attività erano annoverati anche un certo Carletto, Gigi, Brambo ed anche un tale Brambilla Davide Franco detto Rampa.
Ed ecco che arrivato il giorno stabilito tutto era stato preparato in ogni particolare, la tavola imbandita era stata apparecchiata sul palco perché solo lì i palchisti si sentono a loro agio e danno il meglio di loro ( senza nulla togliere al fatto che da fine giugno a settembre il cinema vuoto è il posto più fresco ). Nulla mancava, ogni genere di conforto era presente sulla grande tavola: dalla caraffa di gin lemon che Siro ha apprezzato in modo particolare ( per la prima volta nella mia vita ho visto una persona pasteggiare a gin lemon ), alla birra che non poteva mancare e altri vari intrugli che il barman Carletto aveva preparato con mirabile bravura.
Tutte le persone che contano nell’alta società e quelle che avevano aiutato i palchisti durante l’anno erano state invitate: Languardino (a quale delle due categorie appartiene?), la Franci (una donna ad una cena palchistica!), il Tash, il sobrissimo Maso, don Giuseppe con un fantomatico seminarista che dopo aver detto: “Vado un attimo a telefonare” non si presentò più ( chissà se avrà finito la telefonata?! ) e molti altri commensali.
Ma continuiamo, per preparare i quintali, ma che dico le tonnellate di carne ( ovviamente solo maiale e manzo ) era stata approntata una perfetta cucina da campo nel cortiletto laterale coperta dal (all’epoca) nuovo gazebo e attrezzata con una schiera di griglie a perdita d’occhio. Così i nostri eroi Gigi e Carlo cominciarono a gettare carne sul fuoco e carbonella nella griglia per dare inizio al suntuoso banchetto, come tutti sanno però i palchisti ( un po’ come i vampiri ) alla vista del sangue e della birra perdono il controllo, così i nostri due eroi cominciarono a gettare sempre più carne sul fuoco e sempre più carbonella nella griglia. Ormai erano in una trans da salamella e le fiamme si alzavano ormai alte e finita la carbonella cominciarono a gettare nel fuoco tutto ciò che gli veniva sottomano: scatole di carta, cantinelle, bambini ( per fortuna non ce n’erano altrimenti li avrebbero lanciati di sicuro )….finché…ecco che tutti si fermarono ed accorsero a vedere quel che stava accadendo: la griglia in ghisa aveva raggiunto temperature che si trovano solo nel nucleo del sole e per la prima volta sulla terra la ghisa cominciò a bruciare e le fiamme che prima erano contenute dalla ghisa ora si sprigionavano da ogni dove. Dopo alcuni momenti di incredulità, i palchisti si fecero coraggio e cercarono di arrestare quella reazione che avrebbe potuto a breve degenerare e distruggere tutto il teatro e forse addirittura la terra, con prontezza riuscirono ad isolare la reazione abbandonando la griglia che ormai splendeva di luce propria nel cortiletto. Il processo di raffreddamento raccontano gli storici richiese un’intera settimana in cui Innocente continuò ad imprecare perché la griglia ostruiva le uscite di sicurezza: ma a d’estate chi cavolo c’è in teatro che deve scappare?
Dopo aver salvato il teatro i palchisti si diedero a sfrenati festeggiamento con grandi fette di cocomero, cockatail “sbagliati” così potenti che come può confermare il Brambo non sono mai stati preparati e una grande battaglia con bottigliette e secchiate d’acqua per finire in bellezza.
Questi fatti sono stati qui scritti perché anche i giovani possano conoscere questi eventi che furono all’origine di palcology.
P.S.: Alcuni sostengono che la scorsa estate un fatto similare seppur di dimensioni più contenute si sia verificato in quel di Duddova, ma non sono state trovate prove sufficienti per poter annunciare un nuovo miracolo.
(Da un'indagine molto poco accurata risulta che il seminarista scomparso abbia cambiato "vocazione")
sabato 13 dicembre 2008
Historia Palchista
ANTEFATTO
Il primo giorno prima del primo giorno di maggio, due intrepidi palchisti a cavallo della mitica 666, si diressero impavidi verso quel regno di oscura perdizione nota ai più come Esselunga di Vimercate. Loro obiettivo era la razzia di generi alimentari per soddisfare l’insaziabile fame (Sete? Chi ha detto sete?) dei loro fidati compagni di ventura. Dopo un lungo girovagare tra i corridoi del labirintico supermercato, i nostri eroi riuscirono nell’impresa di ritrovare la via di casa carichi di ogni genere di prelibatezze. Il sole splendeva alto nel cielo quando rientrarono in un oratorio quasi deserto. L’Angolo Giovane era lì, pronto ad accogliere e proteggere il loro bottino.
Primo Palchista: “Ok. Abbiamo ritirato tutto?”
Secondo Palchista: “No, mancano le birre. Mettiamole in frigo!”
Primo Palchista: “Guarda che è pieno. Mettiamole nel frigo dei gelati!
Secondo Palchista: “Ma non è troppo freddo?”
Primo Palchista: “Ma va! Come fa la birra a congelare?”
LA GRIGLIATA DEI PALCHISTI
La carne già sfrigola sulle piastre, controllata da due splendidi cuochi, e l’alcol gira sotto forma di aperitivo quando qualcuno chiede: “E la birra?” Risposta: “È nel frigo dei gelati”
Rumori lontani, suoni indistinti soffocati dal vociare dei palchisti. Un frigo che si apre e poi è subito richiuso, lattine che tintinnano, la plastica che viene tagliata, una lattina che viene aperta, la birra che viene versata nel bicchiere… La birra che viene versata… La birra…??? Ehi, ma dov’è la birra?
“Ma… questa lattina è vuota!”
Silenzio… tutto tace. Anche le salamelle sul fuoco smettono di sfrigolare. Poi qualcuno dice: “Come è vuota? Dai qua, non senti che è piena?”
La lattina viene rovesciata nuovamente, ma non ne esce niente… Panico!
“Eppure è piena, c’è qualcosa dentro!”
“E allora come… perché… quando… dove…?”
“Aspettate” si alza imponente la voce del Vitello. Attimi di agitazione, panico che sfocia nel caos, ma una cieca fiducia nel sommo Vitello. Poi dall’alto la voce del Vitello: “Ragazzi… La BIRRA È CONGELATA!”
…
E il velo del palco si squarciò e la gabbia si scosse dopo che Egli ebbe pronunciato quelle parole. La birra, il sostentamento di tutti i palchisti (o quasi) era ghiacciata.
Nei minuti che seguirono il panico regnò sovrano. Furono sperimentati diversi tentativi per scongelare la birra. Qualcuno mise le lattine al sole, qualcuno le avvicinò al fuoco, qualcuno ci si sedette sopra, qualcuno le mise nel forno, altri tagliarono le lattine cercando di succhiare la birra dal ghiaccio. Un nuovo miracolo si era avverato davanti ai nostri occhi increduli. Il secondo. Ingegneri, geografi, medici, esperti di tutto il mondo hanno analizzato questo fatto. Ma nessuno fu in grado di trovare una spiegazione plausibile.
E la grigliata continuò innaffiata da dell’ottima granita di birra… ma questa è un’altra storia.
P.S. alcuni antichi manoscritti rinvenuti nei sotterranei del cinema riportano un altro avvenimento legato a quella stessa data. Si narra, infatti, che il nostro grande capo Panich sia riuscito nell’eroica impresa di finire da solo, e ripeto da solo, una lattina di “FAXE”, prestigiosa bionda danese (ricordiamo che questa fantastica birra viene venduta solamente in taniche da 1 litro). Si tratta solamente di un’invenzione di qualche storico desideroso di innalzare il già altissimo prestigio del nostro amato capo o è pure e semplice verità? Mito o realtà? Probabilmente non lo sapremo mai.
P.P.S. fatti e persone narrate non sono di fantasia. In alcuni passaggi la realtà può essere stata distorta in conseguenza del tramandarsi del mito di generazione in generazione.
P.P.P.S.Grazie Siro!
giovedì 4 dicembre 2008
Historia Palchista
Ringrazio Magneto autore del pezzo.
Come ormai tutti sapete, Sabato in teatro è stata una delle giornate più sfigate mai viste dai Palchisti in tutta la loro storia (se escludiamo amenità del genere di Peter Pen). Oltre allo sminchiamento di un canale dell’amico Cittadella, che ha provocato non pochi grattacapi soprattutto ad Ale Bramati (il quale si sente in colpa per averci chiesto se dovevamo noleggiare qualcosa e crede di aver menato sfiga), la ben nota fissione del neo-riparato dimmer. Per coloro che non fossero in teatro, gli eventi si sono svolti così.
Ore 17 (credo). I nostri eroi sistemano le ultime cagatelle (leggi: raddrizzamento del proiettore, pulizia, bestemmie in cirillico-anglosassone varie), la solita routine. Ad un certo punto, Piazza, sempre implicato in questo genere di cose, mentre con Siro prova le luci, corre fuori dalla quinta urlando vocaboli sconnessi che possiamo tradurre con "Siro, Siro, spegni tutto che sta andando a fuoco il dimmer". Al che, tutto il teatro si desta: Pana, che stava trastullandosi nella quinta opposta, corre verso Piazza, il quale è in preda ad un attacco di cagarella fulminante, io (Magni), seduto beatamente sul parapetto davanti alla vecchia buca, scatto in piedi e noto subito un lampo, una fiammata e una colonna di denso fumo grigio proveniente dal dimmer. Al che, Pana, con straordinaria (?) prontezza di riflessi, abbassa l’interruttore del "Quadro compagnie", e la festa finisce. Con un forte odore di gremo nell’aria, tentiamo di capire esattamente come sia possibile che fondano 3 (tre) condensatori di protezione contemporaneamente e contattiamo il Vitello, naturalmente assente causa spettacolo di Peppino Ciucciamiilcalzino, che viene messo al corrente degli straordinari fatti.
Ciò detto, ritengo che la fusione del dimmer possa rientrare nella trinità dei miracoli dei Palchisti (gli altri due, ricordo alla gentile utenza, sono la combustione della ghisa e il congelamento dell’alcol), e che qualcuno dovrebbe prodigarsi nella stesura di un ode all’intrepido Piazza, che oltre ad aver subito entrambe le fusioni del dimmer, per chiudere in bellezza la giornata ha anche deciso di mettere a fuoco il proiettore a 5 metri di altezza (imbragato come di consueto). Ditegli bravo.
Qui potete vedere il nostro beniamino che si prodiga in una difficilissima scalata a mani nude (e con un dito nel c**o) di una parete di roccia quest’estate in campeggio.